Scarlatti K. 259

directed by Marco Tullio Giordana

Classical guitarist: Antonio Mascolo

 

Note di Marco Tullio Giordana:

 

“SCARLATTI K.259 è un piccolo film satellite, nato in margine alle riprese del film DUE SOLDATI, girato a Castel Volturno nell’estate del 2016. Grazie al direttore Mauro Felicori avevo avuto l’opportunità di visitare, malgrado fosse chiuso al pubblico, il Teatro di Corte della Reggia di Caserta, iniziato dal Vanvitelli nel 1753 e inaugurato nel 1769. La bellezza del posto e l’incredibile acustica mi hanno suggerito l’idea di un piccolo film musicale, qualcosa che potessi realizzare in poche ore, fuori dal normale orario di lavoro. Ho coinvolto un caro amico, il chitarrista Antonio Mascolo, nativo di quelle parti, perché eseguisse qualcosa di coerente con quel Teatro, con Napoli, col Settecento. Abbiamo subito pensato a Scarlatti, Mascolo ha scelto la Sonata K.259 in Sol maggiore, difficillima e poco eseguita. Approfittando della mia troupe, specialmente dei reparti Suono ed Edizione, abbiamo girato utilizzando solo le luci di sala del Teatro. Tre microfoni direzionali sono stati collocati distanti dallo strumento, in modo da ricreare le condizioni acustiche dell’ascolto dal vivo, anziché inseguire quelle della sala d’incisione. Non c’è perciò alcuna amplificazione e l’esecuzione gode solo della cassa di risonanza che il Teatro offre naturalmente allo strumentista. Poiché non era possibile prevedere dove “tagliare” le inquadrature, Mascolo ha ripetuto il pezzo ogni volta che la piccola telecamera digitale cambiava posizione, così da permettermi poi la massima libertà in sede di montaggio. Occorreva però che l’interprete suonasse ogni volta il pezzo nello stesso identico modo, con lo stesso tempo, lo stesso metronomo, la stessa cavata. La bravura di questo giovane chitarrista ha permesso di entrare/uscire dai vari takes con la massima disinvoltura, vuoi per raccontare la relazione con le architetture vanvitelliane, vuoi per evidenziare la complessità della diteggiatura o le tecniche d’attacco della mano destra, interessanti, spero, non solo per gli appassionati di questo strumento ma anche per il normale spettatore. Com’è noto, Scarlatti ha scritto la K.259 per clavicembalo, e non per chitarra, anche se in molte delle 555 Sonate è ben presente l’eco dell’idioma chitarristico ascoltato durante il lungo soggiorno spagnolo. Con licenza non troppo ingannevole, si può pensare di ascoltare uno Scarlatti trascritto per chitarra nelle stesse condizioni in cui avrebbero potuto ascoltarlo Ferdinando e Carolina all’indomani dell’inaugurazione del loro magnifico Teatro.”

Marco Tullio Giordana

 

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